Golgota impossibili da affrontare

Michele Ghedin
Spunti di Vista
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3 min readOct 9, 2020

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Ci sono sfide della vita che ci sembrano insormontabili. Non importa quanto grandi o piccole siano, sentiamo comunque che non è giusto stiano capitando a noi.

La natura umana è egocentrica e distorce la realtà con le lenti di chi la sta vivendo, questo è ovvio. Spunti di vista è un po’ anche questo, vedere come due persone vedono in modo differente la stessa parola.

Ci sono dei casi in cui però queste cose che sembrano insormontabili lo sono davvero. Per noi e per chi ci sta attorno. E per fortuna non mi sono mai capitate.

Uno caso che più mi è rimasto impresso, e a cui penso tuttora essendo da qualche anno diventato un papà, è quello di Sveva, la bambina amante della pallacanestro di Trieste. Non sono immaginabili questi Golgota, questi calvari, e l’unica cosa da esprimere è l’eterna ammirazione per chi li ha affrontati e li affronta ancora. La vicenda è sportivamente nota, per chi non la conoscesse rubo le parole a Federico Buffa, riportate da La Giornata Tipo.

«La vita è come una pallina rimbalzina: per quanto tu faccia attenzione, non sai mai che direzione può prendere. Allora non ti resta che seguirne la traiettoria, vedere dove ti porta e poi andare a recuperarla, sempre con il sorriso. Perché il sorriso è una cosa tremendamente seria e ha una potenza pazzesca. Lei lo ha sempre saputo.

Sveva ha la febbre. Le sale fino a 38.5° nel pomeriggio e scende da sola, ma sono due settimane che va così. “Sarà un virus”, il pediatra non ha dubbi. Durante la notte la piccola guerriera si sveglia piangendo dal dolore. E’ la prima volta nella sua vita. Papà Paolo e mamma Marta corrono in ospedale. Gli esami sono di routine, dai, magari non è niente.

“Sedetevi”.

“C’è una pallina”. E non è rimbalzina. E’ di dieci centimetri, è attaccata ad un rene e ha già mandato in circolo nel sangue tante altre palline, una cinquantina. Il neuroblastoma è feroce nel creare metastasi, soprattutto in una bambina di sette anni.

E’ il 10 maggio 2018 e il mondo si ribalta. Paolo e Marta non possono più continuare a lavorare, un batterio per Sveva immunodepressa potrebbe essere mortale, la famiglia va in autoisolamento. Leonardo, il fratellino, afferra la macchinetta e si taglia a zero i capelli: la sorella, che ama con tutto il cuore, non si dovrà mai sentire diversa, neanche per un momento. Poi guarda in faccia i genitori, con occhi pieni di dolore e determinazione: “Il mio rene è troppo grande per Sveva?”. La battaglia è cominciata.

Sveva la affronta col sorriso, sempre. Forte, tenace, anche quando deve ingurgitare 23 pastiglie al giorno. All’inizio sono otto cicli di chemio in due mesi, una quantità potenzialmente letale per un adulto, poi servono la radioterapia e l’autotrapianto. Ma Sveva non piange, anzi, si preoccupa per gli altri bambini: “Mamma, perché non sorridono?”.

Nell’agonia la famiglia spalanca le porte del cuore e viene travolta da un amore incredibile. Il coro #IoTifoSveva invade i palasport di tutta Italia.

“Mamma, ma io sono famosa?”.

“Sì”.

“Perché tutti mi dicono di non mollare?”.

“Perché tu non perda il tuo sorriso”.

“E come potrei mollare con così tanti tifosi?”.

Arriva settembre 2019.

“Mi dispiace. Non c’è più niente da fare”.

“Neanche l’1% di possibilità?”.

“No”.

A salutare Sveva il 30 arriva anche il sosia di Jack Sparrow, il pirata coraggioso, per l’ultima avventura.

“Mamma, ho capito perché mi è capitata questa roba. Perché io sopporto tutto, un’altra bambina si sarebbe messa a piangere. E ti dico un’altra cosa: io sono la bambina più felice del mondo”.

Nasce l’associazione

iotifosveva

forte come la piccola guerriera, così forte da far cambiare il regolamento alla FIP: sabato 19 ottobre la Pallacanestro Trieste diventa “Sveva Trieste” per un giorno e in un palasport pieno lo spirito della trottolina di Marta e Paolo scende in campo contro Brescia, con i tifosi di entrambe le squadre a sostenerne il ricordo.

La domanda, apparentemente semplice, di una sconosciuta indica la rotta: “Cosa aveva Sveva di tanto speciale?”.

“Il sorriso”.

Una cosa seria, molto seria, con una potenza pazzesca, generatrice, salvifica.

La vita rimbalzi pure dove vuole. L’amore è come un sorriso: non ha direzione, ti riempie il cuore e dura per sempre»

Photo by Nathan Dumlao on Unsplash

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